Cari soci ed amici, stiamo vivendo un inverno ricco di precipitazioni, chissà, forse dovremo abituarci a questi cambiamenti climatici ed adeguare i nostri interventi sugli ulivi, che non sono certo piante da climi umidi: insomma le poche giornate in cui possiamo lavorare all’aperto ci obbligano ad organizzarci al meglio.
Non sono previsti interventi di difesa in febbraio, ma questo non ci esime dall’osservazione delle piante per individuare eventuali problemi sanitari per programmare i giusti interventi al momento opportuno. Solo con elevate infestazioni di cocciniglia, più di 5 neanidi per foglia, per aiutare il generale inverno e colpire le neanidi svernanti usiamo il polisolfuro di calcio al 10% sulle piante parassitizzate; attenzione che essendo incompatibile col rame devono essere passati almeno 20 giorni dall’eventuale trattamento rameico.
Archiviati statisticamente i freddi più intensi si potrebbe in teoria iniziare con le potature, ma il periodo ideale sono i mesi di marzo e aprile, dunque per chi non ha moltissime piante meglio rimandare.
Possiamo invece senz’altro procedere alla concimazione invernale nell’ultima decade del mese.
Teniamo presente che non concimiamo gli ulivi, ma il terreno che poi nutrirà gli ulivi. Quindi è la conoscenza del nostro terreno, sia dalle analisi che dalla nostra osservazione, che ci guiderà nella scelta dei tipi di prodotto e delle dosi da impiegare. Parametro fondamentale è la reazione del terreno che sul Lario sarà tendenzialmente acida a nord di Bellano ed alcalina a sud, conformemente alle diverse rocce madri. Essendo l’ulivo una pianta amante dei terreni calcarei, cioè alcalini, ecco che a nord di Bellano nei terreni meno vocati dovremo intervenire per correggere tendenzialmente negli anni l’acidità. Per fare questo usiamo la calce spenta, tipo quella usata in edilizia. La dose varia proporzionalmente all’acidità ed all’ argillosità, da un minmo di 20 q.li/ha per terreni sabbiosi con ph 6 ad un massimo di 150 con terreni umiferi a ph 5, in assenza di analisi come valore base considerate 50 q.li ettaro, che andranno distribuiti su tutto il terreno uniformemente.
Per quanto riguarda gli elementi nutritivi se non ci sono particolari carenze dobbiamo distribuire la concimazione organica ( eventualmente arricchita da quella minerale da cava ), l’unica che costituisce un pasto completo per il nostro terreno. La concimazione chimica in agricoltura biologica si esclude, paragonandola all’alimentazione umana ad una droga od una flebo che se nell’immediato dà risultati vistosi, alla lunga porta squilibri, carenze e sensibilità alle malattie.
La distribuzione deve interessare un’area un poco più ampia della chioma.
Le dosi sono riferite per pianta in produzione di 20 anni ed oltre, per piante più giovani diminuitele proporzionalmente. Riporto i dati già indicati lo scorso anno:
se concimate con letame maturo o compost autoprodotto: 90 kg per pianta
” ” ” compost da Annone 22 kg + 150 grammi di solfato potassico
” ” ” stallatico essiccato 14 kg + 50 ” ” ”
” ” ” AZTECO ( concime organo-minerale non completamente bio disponibile al nostro magazzino ) 4,4 kg
Eventuali carenze del terreno vanno sopperite alla bisogna, per esempio con fosfato naturale tenero o solfato potassico per carenze rispettivamente di fosforo e potassio. Tutti i materiali confezionati citati sono nei magazzini della Cooperativa, tel al magazziniere Giulio 3346336538.
Sono ovviamente a disposizione sia per le analisi che per tutti i chiarimenti.
Buon lavoro!
Il responsabile tecnico della Coop
Gigi Castellano