LAVORI DI MAGGIO IN ULIVETO
Cari soci e amici olivicoltori lariani, la primavera sembra aver messo la retromarcia: meteo perturbato, temperature in discesa, e per completare il quadretto, a fine aprile, anche una grandinata da imbiancare i prati. Guardando la statistiche per trovare un altro aprile così fresco bisogna risalire a sette anni fa, al 2012. L’agricoltore non sorride, però come sempre non deve perdersi d’animo e fare la sua parte, così come la natura, ulivi compresi, che ce la mette tutta. Osserviamo gli abbozzi delle mignole, così sono chiamati i boccioli dell’olivo, prendere forma e i nuovo teneri germogli allungarsi. Quando si inizia a vedere le mignole la potatura si considera terminata, quello che è fatto è fatto. Nelle piante rimaste indietro è sempre tempo solo per togliere succhioni, polloni ed eventuali parti secche. Inizia invece il tempo utile per la cosiddetta slupatura, niente a che vedere con la caccia ai lupi… E’ una pratica che ha lo scopo di eliminare nelle piante vecchie il legno affetto da carie, riconoscibile perché ha assunto una consistenza molle e spugnosa, attenzione a non confonderlo col secco che va invece preservato per la stabilità della pianta. A volte la carie non è evidente dall’esterno, ma solo percepibile dal suono cupo che il legno fa quando colpito. Quindi con appositi picconcini a sgorbia si toglie con pazienza tutto il legno invaso dal fungo fino ad arrivare al legno vivo o secco. Senza questa operazione la carie avanza inesorabile mangiandosi il legno, fino col tempo a causare la caduta dell’ulivo, solitamente durante una raffica di vento. Dopo la ripulitura si passa la fiamma di un cannello a bomboletta sul legno esposto per disinfettarlo. Prima della fioritura è necessario un trattamento antifungino a base di rame e zolfo, a cui aggiungiamo come di consueto boro e alghe brune come concimazione fogliare. Non tutti i formulati a base di zolfo sono previsti per la difesa dell’ulivo, verificatelo dall’etichetta per non incorrere in rilievi da parte degli organi di controllo. Nei nuovi impianti se osservate i germogli rosicchiati con presenza di filamenti setosi significa che c’è un attacco di margaronia. Aggiungete alla miscela anche un insetticida biologico specifico a base Bacillus Thuringensis, prodotto sicuro ed economico, in sede lo troverete col nome di Astrel. Nelle piante adulte il lepidottero si accanisce sulle cime dei succhioni, e la cosa non ci dispiace, mentre in quelle in allevamento va a lavorare proprio sugli apici delle branche primarie, compromettendone la crescita, quindi va senz’altro contrastato. Passando ad animali di ben altro peso osserviamo come la diffusione degli ungulati nel nostro territorio stia pressando sempre più anche gli uliveti. I danni osservati sono le brucature dei rametti ( si nota la foglia recisa a metà dagli incisivi ), scortecciamenti da corna, sconvolgimento del cotico erboso. Per evitare questi ospiti indesiderati consiglio la posa di un recinto elettrico a 5 fili distanziati tra loro di 25 cm. Se alimentiamo l’elettrificatore con un pannellino solare possiamo anche dimenticarci di averlo. Un piccolo investimento che ci permette di fare sonni tranquilli e di non vedere vanificato il nostro lavoro. Un altro trattamento particolare, perché riguarda l’apparato radicale è quello per contrastare gli attacchi dei funghi del terreno, principalmente Verticillum Daliae e Armillaria Mellea (i chiodini). Intervenite in caso di sintomi evidenti: disseccamenti degli apici, vegetazione rada, gialla e stentata. Si è dimostrato utile il preparato microbiologico a base di micorrize a nome Symbiomic (disponibile senza patentino in cooperativa) il quale opportunamente diluito, 30 ml per 20 litri, per pianta, va distribuito con un innaffiatoio nel terreno sottochioma, prima di una pioggia che ne completi la penetrazione. Questi efficienti funghi antagonisti tolgono spazio e nutrimento a quelli patogeni, emarginandoli. A maggio si conclude il primo sfalcio o trinciatura dell’erba. Se non avete animali da foraggiare lasciatela a terra, diventerà prezioso concime organico, facendoci risparmiare sul letame. Un vecchio proverbio fa recitare all’albero da frutto “lasciami la mia erba che me ne stracarghi de la tua merda”. Scusate ma i proverbi cercano rime efficaci. Come vedete anche in questo mese i compiti non ci mancano. Quindi buon lavoro, e speriamo in qualche bella giornata di maggio, che, come i vecchi dicono, sono le più belle dell’anno.
Il responsabile tecnico Gigi Castellano