Cari soci, qualcuno di voi ricorderà il titolo del libro “ Primavera silenziosa”: primo testo ecologico degli anni 60 dove si denunciava la scomparsa degli uccelli avvelenati dagli insetti al DDT. Questo invece è un autunno silenzioso. Da anni abituati a sentire qua e là il tipico rumore degli abbacchiatori a frugare nelle fronde, come ali di uccelli rimasti intrappolati, e sentire le voci dei raccoglitori all’opera, siamo ora estraniati in questo silenzio. Gli ulivi rigogliosi e leggeri sono rimasti soli. Quelle poche olive presenti, bersagliate dalla mosca, non giustificano la raccolta. Forse ad inizio ottobre si riusciva a recuperare qualcosa, ma i frantoi erano chiusi. Così come nel 2018 annotavamo un annata eccezionale, ricorderemo il 2019 come il peggiore a memoria di olivicoltore. Ovviamente c’è un legame dovuto alla tendenza alternante dell’ulivo. Ma il fenomeno è estremizzato dal cosiddetto cambiamento climatico o riscaldamento globale. Da zona limite dell’olivo la nostra si sta trasformando in zona climaticamente favorevole, che esalta la produzione dell’ulivo un anno scatenando l’alternanza nel successivo, come accade da sempre nell’areale mediterraneo del sud. Ad aggravare la situazione anche la cimice asiatica. Questo insetto polifago ( gli piace tutto ) punge in profondità anche le olive col suo rostro per succhiarle, favorendo la cascola. Stiamo aspettando l’importazione ed i lanci del suo nemico naturale chiamato vespa samurai, al momento l’unica soluzione sostenibile al grave problema, che sta colpendo tutta l’agricoltura del nord Italia. Ma veniamo al lavoro. Con il tempo liberato dalla mancata raccolta qualcuno è tentato di avviare la potatura. Con queste temperature la cosa si può fare ma entro questo mese. Poi a dicembre è troppo tardi, la pianta col freddo si ferma ed i tagli restano vivi ed esposti ai danni da gelo. Alleggerire le cime resta anche utile per limitare i danni da eventuale neve ( una volta la neve era garantita ora è un’eventualità… ). La prossima potatura di produzione, che sia a novembre o in primavera, dovrà essere piuttosto sopra la norma per limitare la forte carica prevedibile nel 2020 e attenuare così l’alternanza di produzione. Poi, e questo vale per tutti, ma soprattutto per chi pota, prima di mettere a dormire le piante sarebbe buona cosa un trattamento fogliare con un prodotto rameico con lo scopo di disinfettare i tagli, contenere le crittogame ( funghi patogeni microscopici che proliferano con questo autunno umido), indurire i tessuti e fermare la vegetazione per meglio sopportare il freddo. Agire in una bella giornata non fredda ( almeno 2 gradi sopra zero altrimenti il rame diventa tossico per le foglie ) e senza vento. Seguire come sempre scrupolosamente i dosaggi in etichetta, non insistere a bagnare fino al gocciolamento, con spreco di prodotto e inquinamento del terreno. Un caloroso saluto a tutti.
Gigi Castellano