Cari soci, abbiamo archiviato un Gennaio freddo il giusto e questo ci lascia sperare in un Febbraio meno rigido. Le giornate si allungano, l’inclinazione del sole in questo mese ci riporta un terzo della sua energia, e comincia a farsi sentire. E’ il momento di rischiare di dare la sveglia ai nostri ulivi. Come prima cosa dobbiamo provvedere alla concimazione, sia organica che minerale.
Una premessa: prima di distribuire qualsiasi fertilizzante che contiene azoto, come letame, compost o concimi organici confezionati, verificate sul sito dell’ERSAF il Bollettino Nitrati (ersaf.lombardia.it) se quel giorno è autorizzato. E’ una normativa da rispettare per non incorrere in sanzioni, anche se nei nostri ambienti con prati stabili, con quantità usate irrisorie e con i concimi organici umificati a lenta cessione che vi consigliamo, il pericolo di perdite di nitrati nelle falde acquifere è sempre trascurabile.
Cominciamo col dare i concimi minerali a base di potassio e fosforo che solitamente sono carenti nei nostri terreni. Sono pochi etti per pianta, un etto per piante giovani non in produzione e fino a cinque etti per ulivi secolari. Distribuire non vicino al tronco ma in una ciambella che arriva un poco oltre la chioma. In sede troverete il solfato potassico o quello potassico-magnesiaco entrambi da miniera e quindi consentiti anche nel biologico. Troverete anche il fosfato naturale tenero per i terreni dove questo elemento è scarso, date in quantità di un terzo inferiori rispetto al potassio. Passiamo poi alla concimazione organica azotata. Se non avete a disposizione letame o compost maturi, come sapete, abbiamo selezionato in cooperativa i migliori prodotti in commercio come rapporto qualità/prezzo: lo stallatico Fomet ed il Progress della Ilsa. Le dosi sono rispettivamente di 8 e 4 kg per pianta in produzione; la metà per piante in allevamento. Solo per i nuovi impianti, fino ai 3 o 4 anni dopo la distribuzione zappate intorno alle piantine per togliere i cespi d’erba e interrare un poco i concimi, senza andare in profondità per non disturbare le radici superficiali. Tornando al letame o compost casalingo, ben maturi, considerate che il loro contenuto di azoto è dello 0,5% circa, quindi rispetto al 3% del Fomet ed al 6% del Progress, dovrete darne di più in proporzione: una bella carriolata per pianta, circa 50 kg.
Questa concimazione vale per tutto l’anno se lasceremo sul terreno anche i futuri sfalci d’erba. Fatto questo siamo già a buon punto. Abbiamo soddisfatto uno dei nostri tre comandamenti: forbice, letame, verderame. Possiamo quindi affilare le forbici e cominciare la nostra potatura, fintanto che le piante sono in riposo, abbiamo tempo fino a tutto aprile, ma è meglio non indugiare. Nell’uliveto è uno dei lavori più impegnativi, da affrontare con calma e sempre in sicurezza. Lo scopo è creare e mantenere la forma ideale per l’ulivo nel nostro ambiente: il vaso policonico. Dovremmo tutti conoscere i fondamenti di questa forma di potatura: tre branche ben distanziate e inclinate verso l’esterno, ognuna con la forma di cono, stretta in alto fino alla punta evidente e larga in basso, con branchette secondarie orizzontali o quasi, distribuite a spirale lungo l’asse. Nel contempo ripuliamo anche la pianta togliendo i rami compromessi dalla rogna o rotti dalla neve. I tagli, lisci e precisi, non sono mai a raso ma devono lasciare un piccolo moncherino per permettere la cicatrizzazione. Lo spuntone deve essere lungo circa quanto il diametro del taglio, questa regola vale per tutte le piante. Ovviamente ci ritorneremo su questo importante lavoro, dove non si finisce mai di imparare, ma nel dubbio ricordate sempre di usare moderazione ed equilibrio, i tagli grossi sono il risultato di errori o trascuratezze precedenti. Alla fine della potatura un bel trattamento rameico e siamo a metà dell’opera, come dice il vecchio proverbio su chi ben comincia.
A breve ricordatevi di prenotare le nuove piantine, entro la fine di Febbraio. Come sempre buon lavoro. Il vostro,
Gigi Castellano
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