Cari soci ed amici olivicoltori, le attività in oliveto fervono in questo mese, la primavera avanza decisa con giornate soleggiate e ventose che dovrebbero proseguire da come recita il proverbio: “marzo ventoso aprile polveroso”. Gli ulivi lariani mostrano i primi accenni di germogliamento e così la nuova stagione produttiva è partita, vedremo cosa ci riserverà. Ci auguriamo tutti le migliori soddisfazioni, ma occorre essere prudenti: la terribile piovosa estate 2014 ha lasciato il segno e in giro si vedono molte piante tristi che dovranno rifarsi, col nostro aiuto, prima di tornare pienamente produttive.
In assenza di piogge sufficienti ( 30 mm a settimana ) dobbiamo dare acqua ai nuovi impianti almeno fino ai tre anni d’età. Una ventina di litri a pianta. Evitiamo le irrigazioni a pioggia poiché bagnano le foglie. Negli uliveti adulti effettuate il primo sfalcio o trinciatura dopo il 10 del mese, lasciando l’erba sul posto. Si eviterà così la competizione idrica dell’erba e si limiterà l’evaporazione dell’acqua del terreno apportando inoltre sostanza organica.
La difesa fitosanitaria quest’anno dovrà essere attenta. Appena ultimata la potatura intervenite per disinfettare le ferite con un prodotto rameico ( ad esempio ossicloruro di rame 300 g/hl ) abbinato ad un concime fogliare a base di alghe brune, per apportare microelementi e sostanze nobili e stimolare così le difese della pianta. In presenza di neanidi di cocciniglia di seconda età, grandi circa 2 millimetri, aggiungete anche olio bianco al 2%.
Per la verticillosi, temibile patologia fungina che è stata anch’essa favorita dall’annata umida scorsa, riconoscibile perché porta a disseccamenti mortali di giovani piante o nelle piante in produzione dei rami più vigorosi, con caratteristica ritenzione delle foglie secche, dopo la metà di aprile occorre inoculare nel terreno una soluzione di appositi funghi antagonisti, disponibili in Cooperativa.
Ma l’attività principale di aprile è la potatura, operazione di primaria importanza, per mantenere la pianta giovane, comoda e sana. Approfittate della giornata dimostrativa a Mandello il 12 prossimo, come indicato sul sito, che vale più di tante parole scritte. Comunque per chi non potrà esserci ricapitolo lo schema del vaso policonico ideale: un tronco di 80 cm che sostiene tre branche aperte a 45° nel primo metro e mezzo e poi quasi verticali fino ad una cima evidente per un’altezza da terra di massimo 6 metri. Lungo ogni branca primaria si lasciano le branchette secondarie, quasi orizzontali o pendule, non sovrapposte e sufficientemente distanziate, sempre più lunghe e larghe mano a mano che si scende, formando così la vegetazione di ognuna delle tre branche principali la figura geometrica del cono, da qui il nome di vaso policonico. Teniamo i rami più bassi ad almeno un metro da terra.
Le piante in allevamento devono raggiungere la forma ideale gradualmente, tagliando il meno possibile e cioè solo i rami vigorosi sicuramente fuori posto. Ricordiamo che le foglie sono la fabbrica dei nutrienti della pianta e più ce ne sono prima la pianta si sviluppa ed entra in produzione.Negli ulivi adulti già impostati occorre semplicemente ridefinire la cima, eliminare i succhioni inutili e sfoltire i pendagli esauriti o malati, regolandone anche la lunghezza per evitare che le parti alte prendano il sopravvento sulle basse.
Facile a dirsi, ma non ci sono due piante uguali, la potatura è un arte che richiede buon senso, spirito di osservazione e molta esperienza, per questo consiglio ai neofiti di affiancarsi con umiltà ai veterani. Non c’è come l’agricoltura e in particolare la potatura in cui ognuno dice la sua. Però se è vero che il nonno diceva “ non datemi consigli che so sbagliare da solo” è anche vero che a Perledo c’è il detto“ il potatore si vede al frantoio”. A Varenna sono più spietati: “tut marinar, tut vogadur: nià bun de tras via da la riva”.
Buon lavoro. Il responsabile tecnico. Gigi Castellano