Cari soci ed amici olivicoltori, siamo finalmente in primavera ed il miracolo della natura che si risveglia si ripete. Anche i nostri ulivi accennano a schiudere le prime gemme, che produrranno i nuovi rametti sia a legno che a frutto. Le piante appaiono generalmente rigogliose e questo lascia ben sperare. Deboli piogge recenti, e più cospicue in previsione, umidificano il suolo, quindi al momento non servono irrigazioni per i nuovi impianti. A proposito grazie a tutti gli appassionati che hanno ritirato le piantine in Cooperativa dimostrando la fiducia nel nostro vivaista, ma soprattutto di credere nel mantenimento del territorio e nell’ottimo prodotto che arriverà se, con modestia, seguiranno i nostri consigli. Un appello soprattutto a voi neofiti: per ogni dubbio non esitate a chiedere.
Aprile è ancora un mese utile per terminare le potature, procedete senza indugio: potare tutti gli anni è impegnativo ma se ne avvantaggia la pianta, che così non subisce troppi tagli grossi, e la produzione, con limitata alternanza. L’arieggiamento migliorato poi mantiene un migliore stato sanitario, specialmente nei nostri ambienti tendenzialmente umidi e freschi. Importante trattare poi con rame per disinfettare le ferite da contagi fungini ( verticillosi ) e batterici ( rogna ). Questo trattamento avrà anche grande utilità nella piovosa primavera, come pulizia dalle foglie infette, che cadranno a seguito del trattamento, e copertura da nuove infezioni, per contrastare il fungo detto cicloconio o occhio di pavone, per le caratteristiche macchie rotonde. Da un paio d’anni si consiglia di aggiungere sempre al rame, essendo perfettamente compatibile in miscela, lo zolfo bagnabile, con lo scopo di prevenire gli attacchi dell’antracnosi o lebbra dell’olivo, altro temibile fungo che nelle annate umide può creare seri problemi alla vegetazione ed alla qualità delle olive.
Le ultime disposizioni del Corpo Forestale limitano la bruciatura dei resti di potatura solo nei periodi privi di rischi di incendi; se finalizzato al reimpiego della cenere come fertilizzante; in quantità limitate a 3 mc/ha; nel rispetto delle disposizioni locali sulle emissioni di polveri sottili ( per regione Lombardia divieto dal 15 ottobre al 15 aprile ); solo se il terreno è impervio e non raggiungibile dai mezzi ; a condizione che sia comunicato al Comune nome, data, luogo, superficie; previa consultazione del sito ufficiale dell’ARPA se la giornata è favorevole alla dispersione degli inquinanti. Come spesso succede la burocrazia nel nostro Paese è lontana dalla realtà: per non rischiare non resta che triturare, o portare in discarica.
Dalla metà del mese è ora di effettuare il primo dei tre o quattro sfalci o trinciature annuali dell’erba. Con questa frequenza significa intervenire su erba matura, che lasciata poi sul posto darà origine degradandosi ad humus stabile, elemento prezioso per la fertilità fisica e chimica del terreno. Inoltre lasciando fiorire le erbe spontanee favoriamo la presenza di insetti utili ed in generale la biodiversità dell’ecosistema uliveto, che altrimenti rischierebbe, se di una certa dimensione, di diventare una monocoltura, con conseguenze sanitarie negative e maggior dispendio per la difesa. Con piante in allevamento, al fine di evitare la competizione dell’erba, è fondamentale mantenere periodicamente zappato il terreno per un metro di diametro intorno al fusticino. Molta attenzione a non colpire il colletto, cioè la base del fusto, con gli attrezzi o il filo del decespugliatore, piuttosto stare a distanza di sicurezza e rifinire poi se del caso manualmente. Un danno al colletto è facilmente infettabile essendo vicino a terra e sarebbe addirittura irreparabile sulle piantine giovani, dovremo sostituire la piantina solo per la mania estetica di rasare ogni ciuffo troppo vicino al fusto.
Buon lavoro e buona primavera!
Il responsabile tecnico
Gigi Castellano