Cari soci ed amici, un augurio di buon 2015, spetta come sempre a noi fare del nostro meglio ma speriamo che il meteo stavolta ci dia una mano. Certo peggio del 2014 è difficile quindi, da bravi coltivatori, dobbiamo essere ottimisti. L’inverno è appena cominciato, finora solo due giorni di gelo. Un paio di gradi sotto zero per qualche giorno ancora sono benvenuti per decimare gli insetti parassiti. La neve finora si è appena intravista, ma se dovesse arrivare davvero liberate le piante per evitare rotture o sradicamenti, specialmente nelle piante da talea.
Passate le meritate festività, anche in gennaio, clima permettendo, abbiamo modo di lavorare in uliveto. I nostri ulivi, che dovrebbero già essere stati trattati con il rame, sono ora in riposo vegetativo, e non li toccheremo né concimeremo. Approfitteremo invece delle belle giornate per svolgere i lavori di manutenzione e miglioramento fondiario. Sappiamo che il nostro ambiente è stato conformato dal lavoro delle generazioni che ci hanno preceduto e quindi ora tocca a noi proseguire: migliorare la viabilità, livellare, aggiustare o realizzare ex novo muretti a secco di contenimento. Tutte attività con cui non si sente il freddo…che oltre a rendere i nostri difficili luoghi più facilmente praticabili, ci permettono di mantenere o addirittura creare il paesaggio, proprio come un’arte: se infatti il pittore ha come supporto un foglio, l’agricoltore ha il privilegio di creare sul territorio, quindi attenzione ad unire l’utile col bello: limitando all’indispensabile l’uso delle malte cementizie, per esempio solo sulle copertine; ricordo che nell’alluvione del 97 a Perledo sono scesi i muri in cemento armato e non quelli a secco; se una strada in pendenza vi consiglia una pavimentazione è preferibile usare le griglie salvaprato carrabili anziché le gettate, favorendo così oltre all’estetica anche il percolamento delle acque anziché il ruscellamento. Speriamo che prima o poi qualche politico ci riconosca questi interventi di utilità anche sociale, al pari di quanto già avviene per i terrazzamenti della Valtellina, a cui sicuramente noi laghè non siamo inferiori per difficoltà di giacitura dei terreni.
Siamo anche nel periodo migliore per liberare gli ulivi dalle piante boschive di confine, cosa piuttosto comune, visto che la boscaglia avanza ormai da parecchi anni, causa l’abbandono dell’agricoltura. Se le piante sono di un altro proprietario ricordo che la legge prevede minimo 3 metri dal confine e comunque i rami, come facilmente avviene, non possono essere oltre il confine. Ne consegue che il vicino su richiesta è tenuto ad eliminare quanto non in regola o perlomeno a permettere l’intervento. Vedrete che gli ulivi, piante amanti del sole e della luce, vi ricompenseranno.
Se prevedete nuove piantagioni sappiate che prima si aprono le buche e meglio l’aria ed il freddo risaneranno la terra smossa e la buca stessa. Studiate con attenzione dove piantare perché se tutto va bene poi l’ulivo starà lì per secoli, quindi rispettare la distanza minima di 5 metri sulle rive, misurando in bolla, e 6 metri sulle piane. Per chi vuole ottimizzare gli spazi l’ottimale è la disposizione a quinconce dove gli allineamenti formano triangoli equilateri. Potete già prenotare le piantine presso la Cooperativa per una sicura garanzia di sanità e rispondenza varietale, compreso il nostro frantoione autoctono che facciamo moltiplicare appositamente.
Come vedete è una leggenda quella che gli agricoltori d’inverno non fanno niente: buon divertimento…e un’ultima raccomandazione: l’olio quest’anno è ancora più prezioso: conservatelo al buio, in recipienti pieni, di vetro o inox e ad una temperatura tra i 10 e 18 gradi.
Il responsabile tecnico
Gigi Castellano