Cari soci, iniziamo il 2021 con freddo, neve, per fortuna asciutta e leggera, e molta umidità. Quest’ultima non è gradita dagli ulivi, né a livello delle foglie né a quello radicale. L’inverno preferito dalle nostre piante è anche freddo, ma arioso e luminoso, come solitamente accadeva negli ultimi anni, senza neve anche sui monti. Segnalazioni di defogliazioni anche notevoli sono conseguenza di questa umidità che attiva le ripetute infezioni di occhio di pavone in piante non adeguatamente coperte da trattamenti rameici. In particolare con minime intorno agli 0 gradi le foglie infette si distaccano contemporaneamente rendendo evidente il problema. L’occhio di pavone, il nostro nemico fungino numero uno, è attivo già con 3 gradi di temperatura. Questo ci suggerisce di non trascurare il trattamento post raccolta solitamente consigliato anche per la rogna. Se non ancora fatto siamo sempre in tempo purché sia la giornata adatta: sopra tre gradi, niente vento e piante asciutte. Usiamo un prodotto rameico nelle dosi di etichetta previste per l’ulivo. Il rame come sapete ha anche la caratteristica di fermare la vegetazione, cosa assai utile in inverno perché induce una maggiore resistenza al gelo, specialmente negli inverni umidi e per le piante giovani che provano a vegetare anche in questa stagione, saltando di fatto il riposo.
Un’altra patologia che si nota essere in continuo aumento è la rogna: mai come nell’ultima stagione si sono viste infezioni così diffuse e debilitanti, arrivando a deturpare e seccare intere branche. Purtroppo negli uliveti in cui è presente dovremo abituarci a convivere con essa, cercando tuttavia di contenerla. Conoscendo il suo metodo di diffusione possiamo evitare interventi sbagliati. Il batterio della rogna non essendo mobile approfitta della presenza di un velo d’acqua per spostarsi e trovare una ferita anche minima dove insediarsi. Questo spiega perché le grandinate diffondono la rogna. Teniamo sempre presente il vecchio proverbio “pianta bagnata pianta malata”. Significa che se la pianta non è ben asciutta non dobbiamo mai toccarla, né per raccogliere né per potare. Purtroppo la congestione dei frantoi e la mancanza di tempo spinge a volte gli olivicoltori a raccogliere con piante bagnate per non perdere l’appuntamento o per stare nei tempi. I risultati sono quello che si vede in giro. Come contenere la rogna a livelli accettabili? In tre modi. Uno l’abbiamo detto, non toccare le piante bagnate. Secondo dopo ogni impatto sulla pianta,che sia grandinata, potatura o raccolta, intervenire col solito rame, il più efficace batteriostatico utilizzabile in agricoltura, essendo giustamente vietati gli antibiotici. Il rame non uccide il batterio ma ne evita la propagazione. Terzo, durante la potatura togliere le parti più colpite, ma con equilibrio, senza esagerare, non dobbiamo fare più danno del batterio.
Altri lavori urgenti non ne abbiamo. Se ci sono possibili migliorie dei terreni approfittiamo della stagione morta. Muretti da sistemare o creare, stradine da migliorare, nuovi spazi da ripulire e mettere coltura…si dice che il bravo operaio trova sempre qualcosa da fare.
Salute a tutti. Il vostro
Gigi Castellano