Cari soci ed amici olivicoltori, finita la pausa di gelo, con febbraio si dà il via alla nuova annata olivicola. Il gelo prolungato di gennaio senza essere stato eccessivo e dannoso per le piante in buona salute, è stato sicuramente utile per contrastare gli insetti dannosi. Le stagioni regolari sono sempre auspicabili, freddo invernale compreso. Ora le giornate si allungano, il sole lentamente sale giorno dopo giorno, e i suoi raggi via via più forti scaldando il terreno danno la sveglia alle radici che così cominciano a spingere nuova linfa verso l’alto. Il miracolo della natura si ripeterà, e noi da bravi coltivatori ci cureremo di assecondare e favorire i processi utili al miglior risultato produttivo. Il lavoro principale in questo mese è la fertilizzazione. Dobbiamo restituire al terreno le sostanze che gli sono state tolte ogni volta che usciamo carichi: vuoi di frutti, di rami, di erba…Dobbiamo anche considerare la fertilità del nostro terreno e intervenire per migliorare i suoi valori ove fossero carenti. La fertilità è una qualità complessa che comprende non solo aspetti chimici ( quantità e qualità di elementi disponibili ), ma anche fisici ( struttura porosa che permette gli scambi di aria ed acqua ) e microbiologici ( sono i microbi che fanno da tramite tra i minerali e la pianta ). La fertilizzazione organica è quella che risponde in pieno a tutte e tre le caratteristiche. A condizione che sia ben matura, perché le sostanze fresche sottraggono al terreno l’azoto necessario ai microbi per poter essere degradate e rielaborate, e portano con sè anche famiglie microbiche potenzialmente patogene. Infatti durante la corretta maturazione della sostanza organica l’attività batterica iniziale sviluppa temperature fino a 70° che sanificano e selezionano le popolazioni microbiche a esclusivo vantaggio di quelle utili. Anche il compostaggio ha le sue regole di massa critica minima, composizione e miscelazione dei materiali, ossigenazione e umidità ottimali, inoculi: solo così i rifiuti organici si trasformano in humus ricco e stabile. In Cooperativa da parecchi anni acquistiamo in sacchi da 25 kg facilmente movimentabili, uno stallatico umificato nove mesi in ambiente controllato ,essiccato, dal titolo 3,1-3-3 (percentuale minima garantita rispettivamente di azoto, fosforo e potassio),con il 40% di humus e 4 miliardi di batteri per grammo. La nostra esperienza ci suggerisce di consigliarvelo come miglior prodotto per rapporto qualità/prezzo. Grazie alla sua stabilità può essere distribuito in una sola volta garantendo una regolare cessione durante tutto l’anno. Meglio se dopo la distribuzione segue una pioggia che reidrata e riattiva i microbi che potranno così meglio colonizzare il terreno. Quanto distribuirne? Se un uliveto in produzione necessita di 90 kg di azoto per ettaro all’anno e in un ettaro ci sono 300 ulivi significa dare 300 grammi di azoto ognuno. Se un kg del prodotto indicato ne contiene come detto 31 grammi, allora quasi 10 kg per pianta è la dose utile. Grosso modo possiamo anche dire che con un sacco nutriamo tre ulivi adulti. Consideriamo adulta una pianta che ci dà almeno 20 kg di olive. Per le piante giovani in base alla produzione data diminuiamo proporzionalmente le dosi. Il prodotto va distribuito sotto tutta la chioma e assolutamente non concentrato vicino al tronco. Contemporaneamente soddisferemo anche fosforo e potassio le cui necessità sono rispettivamente 60 e 90 kg/ha/anno: un pasto unico e completo. Solo nel caso di terreni che sappiamo poveri di un qualche elemento, come ad esempio frequentemente da noi il potassio, allora bisogna integrare con concimi specifici: per il potassio in Cooperativa abbiamo il solfato potassico da cava certificato bio, dato normalmente alla dose di 300-500 grammi per pianta.
Per i nuovi impianti se ancora non avete aperto le buche sbrigatevi: il 18 marzo in Cooperativa arriveranno le piante dal nostro vivaista , prenotatele con fiducia!
Gigi Castellano