Cari soci ed amici olivicoltori, siamo in piena raccolta, con la fortuna del meteo favorevole, una estate di san Martino anticipata e duratura. Questo favorisce il momento più importante dell’annata olivicola, il compimento delle nostre fatiche e attenzioni. Certo c’è tanto lavoro per portare a casa le olive, però la soddisfazione ci ripaga, specie quando le olive sono belle, sane e turgide. I danni da mosca sono stati tutto sommato contenuti e accettabili grazie anche alla continua e pressante lotta territoriale con le trappole massali e le esche di spinosad. Quantitativamente abbiamo una situazione a macchia di leopardo, per la presenza di zone scariche accanto ad altre molto positive. Oltre al fenomeno dell’alternanza ha influito la situazione sanitaria degli ulivi messi a dura prova lo scorso anno se non ben difesi. Questo fatto è evidente nelle piante che hanno fruttificato solo sulle cime, per la loro posizione meno soggette agli attacchi fungini e conseguenti defogliazioni. Capite che se una foglia di olivo dovrebbe vivere tre anni e invece a causa dell’occhio di pavone cade dopo un anno, la pianta deve spendere la energie per rivestirsi e ai frutti non ci pensa proprio. Quindi complessivamente un’annata sotto la media, tuttavia con una qualità che si annuncia ottima. Raccomando di programmare la lavorazione al frantoio per ridurre al minimo i tempi di attesa delle olive, entro i tre giorni, messe in casse forate all’aperto e all’ombra. I soci conferitori della nostra Cooperativa lavorano le olive entro 36 ore grazie a prenotazioni programmate e all’assenza del vincolo partitario minimo di 150 kg, potendo accorpare i quantitativi dei singoli….motivo in più per associarsi.
Al termine della raccolta liberiamo i terreni dalle remolive preferibilmente trinciandole per la compostazione, conservando così il carbonio organico nel ciclo del terreno. Dove ciò non è fattibile è consentito bruciarle un poco alla volta, lontano dai pericoli, nel quantitativo massimo di un metro cubo al giorno. Subito dopo la raccolta è utile eseguire un trattamento rameico di difesa, specialmente se si sono usate attrezzature che percuotendo le chiome causano lesioni ai rametti, porte aperte all’ingresso della rogna. Il rame ha anche la nota conseguenza di indurire i tessuti vegetali e fermare la vegetazione, a vantaggio della resistenza al freddo invernale.
Non ci resta quindi che assaporare la preziosa essenza, fonte di salute e piacere della tavola. Ricordate di conservare l’olio lontano dai sui nemici: aria ( contenitori colmi e chiusi) , luce ( contenitori opachi o scuri ), caldo e freddo ( optimum 12-16 gradi ).
Buona raccolta.
Il responsabile tecnico
Gigi Castellano